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Think like a Jedi

Avete presente quella scena di Star Wars, “L’impero colpisce ancora”, dove Joda esorta un giovane Luke Skywalker a tirare fuori il suo caccia dalla palude? Le parole del maestro Jedi anche se a prima vista sembrano in contrapposizione, ci spingono ad una riflessione più profonda.

“Provare no, fare o non fare. Non esiste provare”

Quante volte durante un progetto si utilizza il verbo “provare”? Sicuramente molte, e spesso le fasi di prova sono dispendiose e con esiti incerti.

Vorremmo suggerirvi e condividere il nostro modo di vivere i progetti, mettendo in pratica le basi della filosofia Jedi.
Una follia? Seguitemi.

Tutto parte dalla convinzione e dalla consapevolezza. In ogni progetto Teams Voice eseguiamo un’analisi approfondita dello scenario dove andiamo ad operare tenendo in considerazione i vari attori coinvolti (e se possono esistere inter-working tra diverse tecnologie). Una buona analisi dello scenario è fondamentale per trovare sin da subito strade di risoluzione alle richieste di ogni cliente. In questo ci aiuta l’esperienza, ma soprattutto la flessibilità nell’analizzare i requisiti mettendoli in relazione con le capacità di manovra degli apparati già presenti o da configurare.

Questa è la differenza tra il “provare” e il “fare”.
Il muoversi come uno jedi ci porta a sviluppare le soluzioni in modo chiaro e consapevole verso il cliente, e non “provando”, con il rischio che qualcosa non vada per il verso giusto.

Differenziamo infatti il “provare” con il “testare”. Alla fine delle configurazioni, la fase di testing per noi è fondamentale per validare un ambiente, ma si tratta appunto di certificare che tutto funzioni come stabilito; e come già detto, è la fase finale, conclusiva di un progetto, non certo una via perseguibile per trovare soluzioni stabili e poco onerose (sia software che hardware).

Un altro aspetto del nostro originale “think like a jedi” è come vive e opera il nostro team. Sul modo di fare squadra la letteratura è piena di riferimenti e non è mia volontà essere esaustivo e tantomeno accademico sul tema. Vorrei solo raccontarvi una mia personale esperienza, che credo sia più utile che mille definizioni.

Ero da un cliente, in un CED in particolare, senza connettività internet sul PC, attaccato in seriale all’apparato che stavo configurando. Si stavano affrontando i soliti problemi che si possono incontrare quando si mette a rack un nuovo apparato, dalla mancata raggiungibilità da remoto, al fatto che non si riesca a pingare neppure il default gw in locale. In quel momento sullo smartphone si apre un meeting teams, un altro cliente ha un urgenza, sembra non ricevere fax sulle mailbox. Nemmeno il bisogno di dirlo che un mio collega, sapendomi già impegnato altrimenti, si aggancia al meeting in corso e si mette subito in analisi per risolvere.

Dall’altra parte ho potuto continuare ad operare in CED con il supporto da remoto sia di personale esterno che di un altro mio collega che tentava di raggiungere la macchina via VPN.

Un episodio banale? Non così banale, perché non c’è stato neppure il tempo di dirsi o scriversi qualcosa che si è messo in pratica un automatismo, un gioco di squadra, per affrontare come un unico organismo le varie problematicità su fronti differenti. E come un unico organismo ci si supporta a vicenda, passando informazioni ed esperienze.

E’ quello che ci contraddistingue; l’aspetto più importante del “think like a jedi” è che non ci si annoia mai e non si è mai arrivati, ma il percorso continua verso nuove avventure e galassie da scoprire.


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